Già nel 1969
Prima di parlare del nostro Nucleo, ora Unità di Protezione Civile è doveroso, ma anche utile per capire l’evoluzione del concetto di Protezione Civile, andare a vedere e cercare di trovare le origini della stessa sul territorio della Provincia di Padova. Per far questo, inaspettatamente, si deve andare parecchio indietro nel tempo poiché la prima forma di Protezione Civile nasceva nell’inverno del 1969 quando si costituiva il Servizio Volontario Protezione Civile (SVPC) Gruppo provinciale di Padova. Un anno dopo, nel dicembre 1970, viene emanata la legge 996 sulla Protezione Civile ed il Gruppo fa domanda al Ministero dell’Interno per il riconoscimento. Fin dalla sua costituzione questi volontari si configuravano però come Gruppo di Soccorso in ausilio ai Vigili del Fuoco del Comando Provinciale di Padova. Nel periodo dal 1972 al 1977 il Gruppo partecipa ancora a numerosi interventi di spegnimento di incendi, ma in supporto al Corpo Forestale dello Stato sul territorio dei Colli Euganei; in questo periodo il SVPC è l’unica entità volontaria che svolge tale tipo di compiti, meritando in numerose occasioni il plauso di numerosi Enti statali ed Istituzioni. Nel frattempo gli anni passano, e dopo 4 anni di lavoro, s pressione del Comandante dei Vigili del Fuoco di Padova, dell’Ispettorato Interregionale e di diversi rapporti del Comando Vigili del Fuoco di Venezia, il Ministero dell’Interno decide di assegnare un finanziamento per la copertura delle spese assicurative e di acquisto materiale del Gruppo SVPC, riconoscendo così implicitamente la sua operativa esistenza.
L’anno della svolta
Ricostruire la storia e gli eventi del Nucleo di Protezione Civile sezionale ci riporta al mese di maggio 1976, quando il terribile terremoto colpisce disastrosamente il Friuli e la sua popolazione. Il Presidente Nazionale Bertagnolli mobilita gli alpini di tutta Italia nell’opera di soccorso in aiuto ai fradis friulani e gli alpini rispondono con un imponente, meraviglioso slancio umanitario e centinaia e centinaia di penne nere sgomberano macerie, riparano tetti, recuperano masserizie, danno assistenza e aiuto nelle tendopoli di raccolta, fraternizzano e cercano di dare conforto e compagnia. Fra di loro, fin dai primi giorni, tra le continue scosse, ci sono decine e decine di alpini padovani che si turnano nel campo ANA n. 1 di Magnano in Riviera, fino alla terribile nuova scossa del mese di settembre, per ritornarvi poi nella primavera ed estate successive.
E’ inevitabile la loro considerazione che, pur avendo fatto il possibile, molto di più e meglio si potrebbe fare se, in casi simili, fossero più organizzati, preparati ed attrezzati.
Primi passi
Agli inizi dell’anno 1977, l’allora Presidente sezionale Generale Dal Fabbro, convoca un gruppo di alpini padovani, intervenuti in Friuli, e li informa che la Sede nazionale ha avvertito le medesime opportunità e considerazioni, orientando quindi le Sezioni verso la formazione di gruppi di volontari per una cosiddetta protezione civile, di cui si comincia a vociferare anche in ambito governativo, e che anche la nostra Sezione si muoverà in tal senso. Riceve subito l’adesione da parte di una trentina di questi alla cui guida, anche per la esperienza acquisita in qualità di caposquadra in ripetuti interventi in Friuli, comanda l’alpino Salvatore Ercolino che coordinerà il nucleo fino all’anno 2001. A questo alpino va il grande merito di aver saputo guardare avanti e di aver capito che nell’ANA c’era un grande serbatoio per un volontariato organizzato ed efficiente. Con riunione del successivo 5 marzo, il Consiglio sezionale approva la formazione del 1° Nucleo di Protezione Civile ANA Padova.
L’avvio non è semplice né facile. Le incertezze in merito, la burocrazia degli organi di governo (delegati dalla Legge 996 del 1970 in materia mancante però di un suo Regolamento attuativo) ritardano i tempi di avvio ufficiale. Finalmente nei primi mesi del 1978 arriva la disposizione di presentarsi per i corsi di istruzione presso il comando dei VVF di Padova dove esisteva già da qualche tempo, come detto, un gruppo di volontari (S.V.P.C.) e, proprio in questo, gli alpini vengono inseriti e fusi, con difficoltà però di mantenere l’autonomia associativa a cui sono tenuti. La partecipazione all’addestramento prosegue per tre ore ogni sabato ed è di tipo prettamente pompieristico: uso di scale, manichette, motopompe, scala aerea, lancio sul telo, ecc…; alla fine dei corsi, dopo l’esame di valutazione, i volontari vengono inseriti quali effettivi del soccorso nei ruoli della Prefettura. Nel frattempo, l’allora Ministro della Protezione Civile on. Zamberletti, dirottato a Padova per una breve visita, assiste ad una simulazione di intervento di soccorso svolta dal Nucleo in unione col SVPC, novità allora per l’Italia, e ne resta positivamente compiaciuto promettendo il suo interessamento ministeriale. Intanto all’Adunata Nazionale a Roma, nel 1979, il Nucleo di volontari ANA patavini, unico, si presenta per la prima volta in pubblico e, sfilando inquadrato per le vie della capitale, suscita meraviglia, curiosità ed ammirazione nella popolazione e, naturalmente, in tutti gli Alpini.
L’importanza degli anni ‘80
Nel dicembre 1980 e nei primi mesi del 1981, sempre inseriti nel Servizio Volontario di Protezione Civile, gli alpini partecipano con più turnazioni a Laviano in supporto ai Vigili del Fuoco, all’intervento di soccorso alle popolazioni dell’Irpinia colpite dal terremoto e, nei mesi successivi, accompagnano due colonne mobili dell’esercito che portano nel meridione materiali di soccorso.
Ma la spinta tendente alla doverosa autonomia associativa è viva (non sempre nell’ambiente è gradito l’uso del Cappello Alpino!) ed il Nucleo, con propria iniziativa, richiede e frequenta presso il “53° Gruppo Elicotteri SQD Cassiopea” un corso di elimbarco e partecipa quindi all’esercitazione “Arca di Noè” con l’elitrasporto dei volontari nel Cansiglio, presso il Lago Santa Croce; frequenta inoltre un corso di salvataggio in acqua tenuto dai Vigili del Fuoco di Padova e, sempre in questo anno (1981), un corso di formazione alpinistica in roccia, tenuto da istruttori del CAI. In questo periodo i volontari, in numero di circa 45 effettivi, unicamente equipaggiati con le tenute in leggera tela di cotone di color grigio topo in uso al S.V.P.C., con modesti aiuti sezionali, acquistano le prime essenziali attrezzature: tende da campeggio, brandine ed elmetti, tre carrelli per auto ricevuti da benefattori, e ne trasformano uno in rudimentale cucina mobile. Qualche residuato militare, quali maglioncini e zainetti completa la dotazione e dà la prima possibilità di autosufficienza logistica che però deve essere necessariamente integrata (mancano autovetture, scarpe, capi protettivi ed impermeabili, sacchi a pelo, viveri, ecc.) in buona parte con mezzi ed autofinanziamento dei volontari stessi! A seguito della progressiva attuazione della legge 996, anche l’ANA nazionale stimola tutte le Sezioni ad entrare efficacemente nel mondo della PC basandosi sull’esperienza dei pochi nuclei già operanti, Padova inclusa. A tal fine si provvede all’integrazione dello statuto nazionale, inserendovi la finalità di Protezione Civile ed è del febbraio 1985, infine, la conferma da parte della Sede Nazionale che l’ANA è ufficialmente riconosciuta dal Ministero dell’Interno come forza volontaristica facente parte del piano nazionale di protezione civile ed i suoi volontari sono quindi autorizzati a fregiare con il simbolo ufficiale di riconoscimento a triangolo le loro tenute di lavoro di colore arancione, da poco adottate. Presso il CNR di Legnaro si ripete il corso sulla radioattività, seguito all’aeroporto Allegri di Padova, da un secondo corso di elimbarco e da un corso di primo soccorso sanitario presso la Croce Rossa Italiana
Esercitazioni, interventi e corsi di addestramento
Il 10 maggio 1986, a Bassano del Grappa, si svolge la prima riunione organizzativa a livello nazionale in campo di Protezione Civile, con la precisazione del ruolo, dell’organizzazione e dei compiti delle Sezioni; viene inoltre confermato che un membro ANA farà parte di diritto del Comitato Permanente Nazionale presso il Ministero della Protezione Civile a Roma. Così, per testare la forza e le capacità organizzative dei Nuclei ANA, la Sede Nazionale decide di organizzare un’esercitazione in concorso con il 4° Corpo d’Armata di Bolzano. ANA 1 è quindi la prima esercitazione a livello nazionale dell’Associazione Nazionale Alpini; vi partecipano i primi 10 Nuclei (Padova, Trieste, Reggio Emilia, Pordenone, Bergamo, Salò, Verona, Adige Guà, Malcesine e Zona Isolana) e circa una settantina di Alpini del 4° Corpo d’Armata. L’anno prosegue con un corso di primo soccorso sanitario presso la Croce Verde, un intervento seguito alla tracimazione del fiume Tergola a Vigonza e l’esercitazione provinciale “Euganea ‘86” a Teolo. Nel corso di questo stesso anno si formano, in seno al 1° Nucleo di Protezione Civile, le squadre dipendenti dai Gruppi Alpini di Montagnana e Villa del Conte, che si uniscono così alle 4 squadre cittadine, per un totale di circa 60 componenti. A seguito di nuove leggi, come tutte le Regioni, anche il Veneto è tenuto ad organizzare i piani programmatici territoriali di Protezione Civile e, censite e vagliate le realtà volontaristiche esistenti nel territorio, inserisce le unità ANA nelle sue disponibilità operative di soccorso nelle calamità ed inizia ad assegnare indispensabili dotazioni di intervento. Finalmente anche il nostro Nucleo, per mezzo della Provincia, inizia così a ricevere assegnazioni di qualche valida dotazione operativa (tende, automezzi, gruppi elettrogeni, motoseghe, motopompe) e le prime divise ufficiali, e viene inserito, inoltre, negli organici per la formazione della colonna mobile regionale per le emergenze in caso di calamità non locali. L’anno 1987 si apre, per il 1° Nucleo di Protezione Civile ANA Padova, con l’ effettuazione di un corso sugli apparati ricetrasmettenti presso l’Esercito Italiano; sul territorio del Comune di Padova si interviene per regolare il traffico e assistere la popolazione durante il disinnesco di un residuato bellico. Nei primi mesi iniziano i turni di lavoro, che si protrarranno anche nel 1988, nella Colonia Marina di Cà Roman, per portatori di handicap, effettuando la pulizia generale e la messa in sicurezza della zona, dopo anni di abbandono. Nel mese di maggio si svolge l’esercitazione ANA 2 a Rovetta di Val Seriana; il 19 luglio, inaspettata, giunge la notizia dell’immane tragedia che ha colpito la Valtellina. Il Nucleo viene inviato a Gambaro di Sondrio e vi rimarrà per due turni. L’anno si chiude con l’esercitazione provinciale “Solo1987” in zona Carmignano di Brenta. ANA 3, a Reggio Emilia, caratterizza il 1988, anno (per fortuna) abbastanza tranquillo. Il 1989 si apre con l’esercitazione “Ecologica Masi”, organizzata dalla squadra di Montagnana, che ha permesso di effettuare una bonifica ecologica degli argini dell’Adige e di incontrare le scuole del circondario. A fine giugno, il Nucleo partecipa all’esercitazione nazionale ANA 4 a Trieste e, a settembre, all’esercitazione Triveneta ANA a Bassano del Grappa; nel periodo estivo i volontari sono impiegati in Val di Fassa per un’esercitazione in montagna; rientrati a Padova si svolge un corso di primo soccorso sanitario presso la Croce Verde ed infine, ad ottobre, in località S. Croce Bigolina, partecipano all’esercitazione diurna e notturna “Brenta ’89”.
Finalmente il magazzino
Nel 1990 iniziano le dimostrazioni presso le scuole della provincia e, per quanto riguarda l’addestramento, continuano, in giugno, le esercitazioni in ambito associativo con ANA 5 a Trento; in ambito provinciale una nuova esercitazione porta le nostre squadre sugli argini del Brenta, in località Piazzola, per un’esercitazione di soccorso e prevenzione esondazioni ed infine l’anno si chiude con un’esercitazione di allarme notturno. In questo stesso anno il Nucleo sezionale, ottenuto dal Comune l’uso di una sala teatrino parrocchiale in zona San Gregorio, dopo un anno di lavori ne aveva ricavato la sede operativa ed un magazzino dove ricoverare le ancora modeste dotazioni di intervento. Alla festa per l’inaugurazione partecipa il Presidente Nazionale dell’ANA, Caprioli, il Sindaco e numerose Autorità civili e militari. Nel suo discorso di presentazione il responsabile Salvatore Ercolino, dopo aver esposto la storia del Nucleo e degli interventi già effettuati conclude con “…vogliamo e possiamo essere utili… ma anche noi abbiamo bisogno di aiuto”. E gli aiuti in preziose e necessarie dotazioni hanno cominciato ad essere una costante realtà! La generosa fattiva dedizione e la fiduciosa perseveranza dei volontari è finalmente premiata grazie alla positiva evoluzione del concetto di protezione civile in ambito nazionale, ma sicuramente anche per merito delle azioni affrontate nelle iniziali tappe dal Nucleo successivamente al suo battesimo operativo nell’intervento per il terremoto in Irpinia. Seppure paghi solo del dovere compiuto e della soddisfazione di essere un prezioso aiuto a chi disgraziatamente necessita, questi uomini, sempre presenti mediamente in 15/20 per ogni attività, cominciano a vedere ufficialmente riconosciuto il loro operato e la costanza nel volerlo portare avanti. Seguono tre anni di relativa tranquillità con la partecipazione alle esercitazione Trivenete dell’Associazione Nazionale Alpini “Tagliamento ’91” a Latisana (Ud), “Malcesine ’92” e “Sontium ’93” a Gorizia; nel 1992 il Nucleo provvede alla pulizia degli argini del Piovego in zona ponte Fistomba e partecipa all’esercitazione “Altipiano’92” a Ghertele di Roana. Il 1994 purtroppo si apre con l’alluvione del Piemonte e il 1° Nucleo di Protezione Civile ANA Padova viene impiegato nella zona di Asti; a giugno i volontari partecipano all’esercitazione Triveneta dell’ANA “Vicenza ’94”.
Ad ottobre 1994, dopo ben 10 anni di lavoro encomiabile, il Comitato per il Coordinamento del Servizio Provinciale di Protezione Civile si scioglie e, contemporaneamente, la Provincia di Padova, forte della legge 24.2.1995 n.225 e dagli art. 14 e 15 della legge 142 del 8.6.1990, costituisce il Comitato Provinciale di Protezione Civile di cui il nostro Nucleo fa parte. Nel 1995 l’addestramento di base continua e, in ambito ANA, si partecipa all’esercitazione Triveneta “Naonis ’95” a Pordenone. A giugno 1996 si ritorna in emergenza con l’intervento, in diversi turni, a seguito dell’alluvione in Versilia e Garfagnana.
L’intervento in Umbria e in Albania
L’anno 1997 inizia con l’esercitazione “Piave ’97” a Belluno con il grosso dei lavori nel letto e negli argini del Piave. A settembre il Nucleo parte alla volta dell’Umbria, colpita dal tragico terremoto del 26: la nostra prima squadra, composta da 3 mezzi e 12 uomini, parte lo stesso giorno del sisma per portarsi a Foligno e nella serata viene definitivamente dirottata a Capodacqua dove rimarrà per numerosi turni.
A Novembre inizia la collaborazione annuale tra l’Associazione Nazionale Alpini e la Fondazione Banco Alimentare. Nel 1998 il Nucleo partecipa all’esercitazione Triveneta “Millennium ‘98” a Bassano del Grappa. Questo però è anche l’anno dell’Adunata Nazionale a Padova e i volontari verranno impiegati in numerosi servizi: in particolare cureranno la logistica presso quello che attualmente è il Parco degli Alpini bonificato, sistemato a verde ed attrezzato dalle penne nere nazionali nei giorni precedenti l’adunata. Il 1999 si caratterizza per la trasferta oltre Adriatico nella Missione Arcobaleno, in Albania, per portare aiuto alla popolazione in fuga dal vicino Kosovo, insanguinato dalla guerra. L’anno successivo si apre con l’esercitazione Triveneta “Feltria 2000” a Feltre, seguita pochi giorni dopo dalla prima edizione della Maratona di Sant’Antonio: il Nucleo di Protezione Civile gestisce due punti di assistenza agli atleti partecipanti lungo il percorso. La collaborazione alla Maratona continua tutt’ora con cadenza annuale. A ottobre un ventina di volontari vengono inviati ad Aosta prima, e a Nous dopo, a seguito dell’alluvione che ha colpito tutta la zona.
Nel 2001 il Coordinatore Salvatore Ercolino, dopo 25 anni di ininterrotta conduzione, lascia la guida del Nucleo all’Alpino Lino Rizzi. Si partecipa alla Triveneta ANA “Pasubio 2001”. I successivi due anni trascorrono senza particolari situazioni di emergenza: “Conegliano 2002” e “Pasubio 2003” sono le due esercitazioni trivenete a cui il Nucleo partecipa; nel 2003 effettua per conto della Regione Veneto diversi servizi di assistenza agli automobilisti sull’Autostrada del Brennero. Il 2002 per la Protezione Civile ANA del Veneto è un anno importante in quanto la Regione firma una nuova convenzione che prosegue e perfeziona quella del 24.03.1995, ma, soprattutto, avvia il progetto di finanziamento “Gli Angeli sono tra di Noi”, comprensivo della fornitura di mezzi e materiali, che porterà nel corso degli anni successivi all’equipaggiamento con fuoristrada, furgoni e carrelli per tutte le 25 Sezioni Venete dell’ANA e con un camion (consegnato ad inizio 2010) a disposizioni di tutte le Unità sezionali.
Nuove leve
Sono anni di fermento e nuova linfa, nuovi volontari, molti dei quali giovani, si vanno ad affiancare ai veterani e l’attività addestrativa si intensifica come anche i servizi per conto della Sezione e di altre associazioni benefiche per raccolte fondi; nel 2003 il Nucleo si rafforza ulteriormente con l’ingresso sperimentale di una Squadra Cinofila da Soccorso, con cani specializzati in ricerca su macerie composta da circa 15 componenti, per lo più ragazzi e ragazze, che confermano così il trend positivo di ulteriori adesioni. Nel 2004 il Nucleo interviene, su richiesta della Provincia, nelle zone di Sant’Urbano e Piacenza d’Adige, colpite da numerosi giorni di pioggia con canali e fiumi al limite dell’esondazione; in particolare l’intervento nei pressi della discarica di Sant’Urbano, punto sensibile della zona, si è articolato in 3 turni, con una decina di volontari che hanno vigilato ininterrottamente un giorno e mezzo, notte inclusa. Poche settimane dopo il Nucleo ha dovuto far fronte all’emergenza neve sui Colli Euganei effettuando, sempre su richiesta della Provincia di Padova, numerosi interventi di taglio di alberi abbattuti e liberazione di strade dalla neve.
Il 2005 si apre a febbraio con la ricerca di un disperso, da parte della squadra cinofila lungo il Brenta, con l’utilizzo di 3 unità cinofile; ad Aprile, poche ore prima della morte di Giovanni Paolo II, arriva la richiesta di preallarme dalla Sede Nazionale e così, nelle primissime ore del giorno successivo (quindi poche ore dopo la morte), una squadra di 10 volontari parte verso Roma, dove vi resterà, operando sia nel Centro Polifunzionale della Protezione Civile di Castelnuovo di Porto, sia nel centro di Roma, dove nel frattempo si stavano riversando i fedeli, allestendo con le altre squadre dell’ANA a tempo di record la tendopoli per tutti i volontari che nel frattempo stavano giungendo da ogni parte dell’Italia. Una seconda squadra di 5 volontari partirà qualche giorno dopo con un pullman, organizzato dalla Provincia di Padova, con destinazione Tor Vergata; una terza squadra di 10 volontari giungerà di nuovo a Roma ma in occasione della nomina del nuovo Papa, qualche settimana dopo. A maggio 8 volontari partecipano all’esercitazione “Padova 5” organizzata dal Gruppo comunale di Protezione Civile di Padova intervenendo lungo il Bacchiglione in zona aeroporto per pulizia argini e prevenzione, in zona ponte dei Graissi per addestramento saccata ed infine, nella mattina successiva in collaborazione con tutte le squadre intervenute, Vigili del Fuoco e 118, in una simulazione di evacuazione presso lo stadio Euganeo di Padova. Pochi giorni dopo, sempre su richiesta della Provincia di Padova, una squadra parte per la città di Bari in occasione delle visita del Santo Padre. Giugno vede di nuovo i volontari in esercitazione per una due giorni nella bassa padovana, con allestimento di campo base per rischio idraulico. A ottobre, su richiesta della Sede Nazionale, una squadra di 6 volontari in collaborazione con le altre Squadre Sezionali ANA venete, si porta all’aeroporto militare di Verona Villafranca per caricare i C-130 dell’Aeronautica Militare con gli aiuti umanitari diretti nel Pakistan, sconvolto da un violento terremoto; infine, a novembre, il Nucleo effettua un paio di interventi di svuotamento scantinati e garage in zona Montegrotto Terme colpita da numerosi allagamenti e tracimazione di canali. Questo è anche l’anno dell’esercitazione Triveneta “Val Turcana 2005” in Alpago (Bl); a fine di questo intenso anno, il Nucleo perde questa denominazione per diventare Unità di Protezione Civile, a seguito di una riorganizzazione interna all’Associazione Nazionale Alpini e conta 68 volontari.
Cambio di guardia
Maggio 2006 vede l’Unità operativa, per la prima volta durante un’Adunata Nazionale, effettuare giorno e notte servizio di informazioni agli incroci nevralgici dei percorsi di accesso all’altopiano di Asiago, dove si svolge la 79^ Adunata degli Alpini; l’Unità, che nel frattempo ha perso la squadra cinofila si trova al gran completo ad operare nella zona di Breganze (Vi) per presidiare un paio di punti. A settembre un tour de force impegna i volontari per un weekend intero tra interventi reali e simulati: infatti, contemporaneamente con l’esercitazione “Padova 6”, il giorno precedente vengono chiamati ad operare in zona Arcella (Padova) per numerosi allagamenti; il giorno successivo partecipano all’esercitazione che però, subito dopo, si trasformava in un intervento operativo reale dato che nella notte aveva ripreso a piovere abbondantemente. Il lunedì mattina l’emergenza si trasferisce in zona Mestre (Ve) e un’ulteriore squadra di 6 volontari vi si reca per effettuare diversi interventi nella zona. A Marzo 2007 il coordinatore Lino Rizzi lascia la guida dell’Unità per assumere la Presidenza della Sezione Alpini di Padova e Rovigo e al suo posto viene nominato l’Alpino Bruno Volpato, per diversi anni segretario del Nucleo stesso. Con un turno a luglio di 8 volontari e uno ad agosto di 5, l’Unità inizia a partecipare al Progetto Ortigara, promosso dalla Sezione Alpini di Marostica, che prevede un week end di lavoro nella zona Monte Ortigara, Cima Lozze e Cima Caldiera per recuperare trincee, camminamenti e gallerie della Prima Guerra Mondiale; i turni si svolgeranno anche nel 2008 e nel 2009; a settembre si partecipa alla Triveneta “Valchiampo 2007” a Chiampo (Vi). Maggio 2008 vede l’Unità nuovamente operativa durante l’Adunata Nazionale di Bassano del Grappa con servizio analogo di quello effettuato ad Asiago. A luglio l’Unità è impegnata a Padova per un nubifragio e, nella stessa serata, in ausilio a squadre dell’ENEL nel Comune di Noventa Padovana. Non ancora posati gli zaini, i volontari partono per l’esercitazione di Protezione Civile “Saccisica 2008” nel territorio del Piovese. A settembre la Triveneta “Piave 2008” a Belluno, vede impegnati i padovani in un paio di cantieri lungo il Piave. Il 2009 si apre a gennaio con un’emergenza neve: una squadra di 6 volontari si reca a Milano, su richiesta della Regione Lombardia, per fronteggiare l’eccezionale ondata di neve caduta sulla città e vi rimane per due giorni e a febbraio la squadra alpinistica viene impegnata a Sappada (Bl) per un’analoga emergenza. Sempre a febbraio entra, nell’Unità di Protezione Civile Ana di Padova, una Squadra Sanitaria composta da 29 elementi tra medici, infermieri e soccorritori.
Ad aprile è la volta del tragico terremoto in Abruzzo che impegnerà ben 45 volontari dell’Unità che si alterneranno in numerosi turni presso il campo di San Demetrio ne’ Vestini e Sassa Scalo, dal giorno del terremoto fino a dicembre dello stesso anno, con compiti di allestimento tendopoli, conduzione campi, vigilanza diurna e notturna, gestione magazzini e servizio sanitario presso i Posti Medici Avanzati (PMA) dei due campi tenda. In occasione dell’Adunata Nazionale Alpini di Latina la componente sanitaria dell’Unità è impiegata durante i tre giorni per il presidio e la conduzione di un PMA nel centro della cittadina e altri servizi a supporto del servizio sanitario di Latina. A settembre, in occasione del Raduno Triveneto degli Alpini di Rovigo, la squadra sanitaria viene ulteriormente impiegata per presidiare un PMA nel centro città e per effettuare anche diversi servizi lungo il percorso della sfilata; nell’ultima emergenza del 2009 si sono effettuati numerosi interventi di svuotamento atri scale, vani ascensore e scantinati invasi dall’acqua.